Magenta sinfonica

Teatro Lirico di Magenta

Sabato 22 gennaio 2011 ore 21.00

In collaborazione Comune di Magenta - Associazione Totem

Primo concerto della stagione musicale 2011
Teatro Lirico di Magenta.
Inaugurazione della stagione sinfonica al Teatro Lirico di Magenta,
tra i solisti Andrea Dindo al pianoforte
Orchestra Città di Magenta diretta dal maestro Alberto Malazzi

Gioachino Rossini (1792-1868)
Overture da "La scala di seta" (1812)

Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)
Concerto per violino, pianoforte e orchestra d´archi in Re minore (1823)
- Allegro
- Adagio
- Allegro molto


Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)
Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 "Italiana" (1833)
- Allegro vivace
- Andante con moto
- Con moto moderato
- Saltarello. Presto

Violino, Andrea Pecolo
Pianoforte, Andrea Dindo
http://www.concertodautunno.it/cur/dindoa.html
Orchestra Città di Magenta
Direttore Alberto Malazzi
http://concertodautunno-cur.blogspot.com/2010/11/alberto-malazzi-pianoforte-direttore.html
Lo spettacolo si inserisce nell'abbonamento Musicale e Musicale Plus.
I biglietti di ingresso costano:
18 euro in platea e 12 euro in galleria;
il ridotto fino a 26 anni costa 10 euro.
Possono essere prenotati anche online al sito www.teatroliricomagenta.it
Per informazioni: biglietteria - 02 97003255

Info su tutta la stagione
http://www.vigevano.net/mariomainino/magenta_1011.htm
http://concertodautunno.blogspot.com/2011/01/stagione-teatralemusicale-al-teatro.html


Seguono immagini della serata:


 

 

 


 

 

 

NOTE di SALA a cura di Albert

Gioachino Rossini (1792-1868)
Overture da "La scala di seta" (1812)

La scala di seta, farsa in un atto, è uno dei primi ; tentativi teatrali del 'Cigno di Pesaro'; oggigiorno se ne esegue quasi esclusivamente l'ouverture, autentico gioiello musicale.
Ad opera di violini e viole, una 'cascata' di note ("Allegro vivace") è l'inizio bizzarro e sorprendente che spegnendosi in un lungo accordo di tutta l'orchestra da seguito ad un breve, ma delizioso dialogo tra corno e oboe ("Andantino").
L"Allegro" seguente esposto dai violini con un so-strato di 'pizzicato' degli archi viene bruscamente Interrotto da un "assolo" dell'oboe impegnato in una esibizione decisamente virtuosistica sul sommesso accompagnamento dei fiati.
FIauto e clarinetto intonano poi il tema secondario, dolce e cantabile, precedendo il fatidico "crescendo" e la 'ripresa' (simmetrica all'esposizione).
Una "coda" conclude codesta 'paginetta' breve, ma immortale.

Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)

Discende per linea diretta dal pre-romanticismo dell'ultimo Mozart e dal romanticismo di Weber (segnando la duplice natura del Romanticismo musicale.
L'altra linea - quella di Beethoven, Schubert, Schumann, Liszt - rompendo i consueti schemi formali 'forza' la musica dal suo interno per indurla a 'parlare', esprimendo una nuova sensibilità.
Mendelssohn 'contiene' questa nuova necessità espressiva nella severità e nel rigore di una forma ancorali  E sostanzialmente 'classica' e "stupisce" (sic!) per la sua perfezione formale. (Schumann così tanto diverso da Mendelssohn, nella sua critica lo esalta "nobile spirito" e ne è vivamente attratto proprio per le sue doti di misura, di forbitezza e di eleganza che costituiscono il dato più eclatante della sua produzione.)
Attenzione, però! Anche se distante dall'ardore della ricerca romantica non si deve incappare nell'errore di credere Mendelssohn estraneo a vita ed interessi della sua epoca.
Pur se aveva piena coscienza di quanto si andava prospettando nella musica europea e che il 'movimento' romantico veniva scoprendo forze inno-vatrici per nuovi orizzonti, Mendelssohn fece una scelta precisa e sensata riassumendo e decantando, i fermenti romantici in una sorta di classicità "nuova: inventò (o perfezionò) la forma della 'Romanza senza parole' per pianoforte, fuse in un unico e fluente contesto i quattro tempi della Sinfonia! La "Scozzese", * diede impulso profondo allo sviluppo dell'ouverture e della musica di scena, * fu l'ultimo, grande esponente dell'"Oratorio".
Anche le sue grandi opere strumentali (le 5 Sinfonie e lo stupendo "Concerto per violino e orchestra") colpiscono e conquistano per la perfezione formale e per l'eleganza che non è semplice veste formale, ma è "sostanza stessa dell'espressione". L'ardore del suo animo sensibile seppe racchiudere in una cornice "smagliante" i nuovi ideali, le esigenze di chiarezza intellettuale e serena comunicazione espressiva - retaggio di un'umanità uscita da pochi decenni dalla Rivoluzione francese e tesa a chiarirsi vieppiù le ragioni del proprio essere, operare e progredire.

Concerto per violino, pianoforte e orchestra d´archi in Re minore (1823)
Felix Mendelssohn compose questo concerto all'età di quattordici anni, mettendo a frutto la maestria compositiva che stava già contemporaneamente sperimentando nelle dieci sinfonie per archi che precedono le grandi sinfonie.
La forma del doppio concerto per violino e pianoforte, che ra già stata usata da compositori minori a cavallo tra '700 e '800, quali Viotti e Vahnal, viene sviluppata in un brano di dimensioni molto ampie, nel quale si possono apprezzare la freschezza dell'invenzione melodica del primo tempo e la morbidezza elegiaca del secondo tempo (dove i violini, con sordina, espongono il tema principale) e la brillantezza del terzo tempo.
La scrittura scintillante delle parti soliste, impegnate in un continuo dialogo fatto dì arpeggi e scale velocissime, porta lo Stile Biedermeier che caratterizza il concerto, a vertici assoluti di virtuosismo. L'orchestra supporta i solisti intervenendo, come di tradizione, con le esposizioni tematiche e accompagnando in modo discreto, ma pregnante, l'insieme.

Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 "Italiana" (1833)
Insoddisfatto di questo lavoro ad onta del succes so ottenuto con la prima esecuzione (Londra - 13 maggio 1833) Mendelssohn lo rimaneggerà più e più volte (e di certo, se fosse vissuto più a lungo, la versione finale - quella della scrittura a noi nota - non sarebbe stata la definitiva). Ed è la pagina del "Saltarello" (4° mov.) l'unica di ispirazione italiana, che tuttavia sembra apparentarsi straordinariamente con l'atmosfera fiabesca della musica del "Sogno di una notte di mezza estate" (Nelle danze dei contadini ciociari o napoletani Mendelssohn vede qualcosa che non ha nulla di attinente al paesaggio italiano, vede cioè fate ed elfi che danzano si una 'tarantella', ma in un verde prato all'inglese!!).
In effetti, di 'italiano' questa Sinfonia ha soltanto una "solare euritmia formale" che si rileva fin dall'inizio nella dimensione ritmica in 6/8, prediletta dall'autore.
Il 1° tema, affidato ai violini, di una scorrevolezza assolutamente spontanea, nel suo attacco in levare è invito alla corsa e al gioco. E allorché i violini concludono l'ampia figurazione melodica e cedono ai legni ed ai corni che fino ad allora 'staccavano' precisissimi il ritmo, si avverte con quanta naturalezza il 6/8 passa agli archi in eleganti figurazioni (sempre 'staccate') che crescono, prendono sonorità, si ingrossano e portano alla ripresa del tema. Il ritmo 'in 6' non scema: passa ai flauti, ai corni, ai timpani, alle viole, ai violoncelli, ai contrabbassi... e diventa protagonista in un gioco di domande e risposte fra archi e legni, che il 1° violino concluderà, mediante un lungo passaggio - sempre 'staccato'- per introdurre il 2° tema, annunciato dai clarinetti e fagotti con un mutevole colore sonoro.
II 2° mov, "Andante con moto", è una lunga melodia suggestiva, dimessa, contrappuntata da violoncelli e contrabbassi: un "ostinato" ritmico che è caratterizzazione irrinunciabile.
Il 3° mov., "Con moto moderato", ha l'insinuante dolcezza di una "Romanza senza parole", interrotta dall'episodio centrale che i fiati ritmano marcatamente senza alterarne l'affettuosità.
Il 4° mov., "Saltarello. Presto", è l'esaltazione quasi fisica dell'allegria, ritmo allo stato di natura, però in un ordine di assoluta precisione formale.
NB. Per comprendere il particolare 'colore' dell'orchestrazione va notato lo scarso uso delle trombe a favore dei corni nonché l'uso 'sfumato' e 'prudente' dei timpani pur nella continuità dell'esattezza ritmica.

 


   
   
 

Servizio fotografico di Fabio Borsani
( o di Mario Mainino)

 

Realizzazione pagina web di Mario Mainino

torna alla pagina precedentemente consultata

www.concertodautunno.it
sito per i musicisti e gli amanti della musica classica, dell'opera lirica e del teatro a cura di
Mario
da Vigevano

 

Copyright © Mario Mainino Vigevano PV Agg.del 01/02/2011
Copia quello che vuoi, ma per favore cita da dove lo hai preso !!