Prima Parte
Robert Schumann (1810-1856)
- Kinderszenen Op. 15 (Scene infantili)
1. Da genti e paesi lontani
2. Storia curiosa
3. A rincorrersi
4. Fanciullo che prega
5. Abbastanza felice
6. Avvenimento importante
7. Visione
8. Al camino
9. Sul cavallo di legno
10. Quasi troppo serio
11. Bau-bau
12. Il bimbo di addormenta
13. Il poeta parla
Frederic Chopin (1810-1849)
- Preludes Op. 28:
N. 3 Sol maggiore (Vivace)
N. 4 Mi minore (Largo)
N.22 Sol minore (Molto agitato)
- Etudes:
Op. 25 n. 12 in Do minore “The Ocean”
(Molto allegro, con fuoco)
Robert Schumann (1810-1856)
- Arabeske Op. 18
Leicht und zart
Minore I
Minore II
Zum Schluss
Seconda Parte
Frederic Chopin (1810-1849)
- Polonaises:
Op. 40 n. 1 “Militare”
(Allegro appassionato)
- Nocturnes:
Op. 9 n. 2 in Mi bem. maggiore (Andante)
Op. postuma in Do diesis minore (Lento con gran espressione)
- Impromptus:
Fantasie-Impromptu Op. 66 in Do diesis minore
- Mazurkas:
Op. 7 n. 1 (Vivace)
Op. 67 n. 2 (Cantabile)
Op. 67 n. 4 (Moderato animato)
Op. 68 n. 2 (Lento)
- Valzer:
Op. 64 n. 2 in Do diesis minore
Op. 69 n. 2 in Si minore
Grande Valse Brillante Op. 18 La bem. maggiore
Note al programma del M° Fabio Baldina
Robert Schumann (1810-1856)
Scene infantili (Kinderszenen) Op. 15
Robert Schumann ha scritto: “In ogni bimbo si può cogliere una
meravigliosa profondità d'espressione.” Descrivere a parole lo charme
recondito delle Scene infantili Op. 15, un gioiello sonoro davvero unico
e raro, sembra superfluo quando si ha la possibilità di ascoltare
direttamente la voce della musica. Il biografo di Schumann, Joseph W.
von Wasielewski (1822-1896), racconta in proposito:”Tra le bizzarrie di
Schumann vi era anche quella di condurre i figli di Wieck, suo suocero,
all'ora del crepuscolo, nella sua stanza e raccontar loro le più
avventurose storie che inventava per l'occasione. Naturalmente quei
fanciulli stavano volentieri con lui e se ne deduce che la componente
fantastica della personalità di Schumann esercitava su di loro un
fascino del tutto particolare.” Furono pubblicate nel 1839 e per
l'elevata “sensibilità” ed ispirazione artistica che li anima, figurano
sicuramente fra i lasciti più appassionati dell'opera schumanniana.
Frederic Chopin (1810-1849)
I Preludi e gli Studi
Per Chopin il pianoforte rappresentò sempre una sorta di confidente
intimo. Il clima che percorre i 24 Preludi Op.28 è quello del diario di
un'anima, una serie di pagine intime, private e tormentate. Gli Studi
divengono sotto la penna di Chopin un'opera in cui il genio ha modo di
manifestarsi nelle più varie riflessioni. L'ultimo studio dell'Op. 25,
denominato anche “The ocean”, per la suggestiva rievocazione della forza
travolgente di un immenso oceano, è l'emblema dello stato d'animo di un
romantico puro come Chopin, dall'animo che si angoscia nella ricerca di
quell'equilibrio emotivo che l'uomo cerca per tutta la sua esistenza di
vulnerabile mortale.
Robert Schumann (1810-1856)
Arabesque Op. 18
Quando si parla di poesia in musica, non si può non parlare di un'altra
perla musicale, l'Arabesque Op.18 in Do maggiore, scritto durante il un
soggiorno a Vienna nel 1839. Nessun musicista, dal tempo di Mozart,
salvo Schumann, ha impiegato con pari eleganza la forma del Rondò. E' un
chiaro esempio fra i persuasivi a riguardo; in questo lavoro l'idea
dominante è espressa in termini nettamente cantabili, ma, al pari del
Rondò classico, il tema principale ricompare ogni volta immutato, sempre
e ancora separato da nuovi altri temi che, senza soste, approfondiscono
l'idea fondamentale. Alla fine di tutto vi è una Coda che assume in
pieno il significato di un epilogo riflessivo, caratteristica, questa,
tipicamente schumanniana.
Frederic Chopin (1810-1849)
“A che cosa somiglia Frederic Chopin? Alla sua musica”[I. Moscheles]
Il grande Franz Liszt scriveva, sulla Gazzetta
Musicale, in un resoconto su un concerto che tenne Chopin il 26 Aprile
1841: “Chopin ha saputo dare forma nuova a pensieri nuovi. Ha trovato
espressione nell'arditezza della dissonanza, nelle armonie strane,
mentre la delicatezza e la grazia che caratterizzano la sua persona si
sono rivelate in mille ornamenti di una fantasia impareggiabile. Non
aveva bisogno di stupire né di conquistare, cercava dei consensi
delicati e questi consensi non gli sono mancati. Si è rivolto ad una
società, piuttosto che ad un pubblico, mostrandosi un poeta elegiaico,
casto e sognatore.” Franz Liszt, in questo articolo, è riuscito a
cogliere, con esatta penetrazione psicologica, l'essenza dell'arte e
della personalità di Frederic Chopin, in rapporto anche all'ambiente
sociale e alla città, Parigi, che è stata per quasi vent'anni il
domicilio coatto, ma anche amatissimo, del musicista che ha incarnato in
sé l'eccellenza, anzi la coscienza stessa del Romanticismo.
Le Mazurche e le Polacche
Le Mazurche e le Polacche rappresentano sicuramente la quintessenza del
compositore e pianista polacco Frederic Chopin. Fin dalla prima Mazurca
per pianoforte solo ci troviamo in presenza di uno stile completamente
maturo. Mazurche e Polonaises esistevano già ben prima di Chopin e altre
ne vennero poi, ma è sufficiente nominare uno di questi generi per
evocare l'espressione inimitabile, a un tempo brillante e introspettiva,
dolente e provocatoria, franca e discreta, che Chopin seppe conferire
loro. La Polacca, da antica danza esotica, con Chopin divenne forma
aristocratica superando gradualmente la struttura iniziale, con
l'impiego di accenti di grande fascino sonoro. E' nella polacca che si
impone l'elemento nazionalistico polacco ed eroico di Chopin.
Frederic Chopin (1810-1849)
I Notturni
Fu lo stesso Chopin a dichiarare di avere tratto ispirazione,
soprattutto per i Notturni Op. 9 da composizioni omonime del musicista
irlandese John Field (1782-1837). Notturno: il termine indica una
qualità della musica, destinata ad essere eseguita nelle ore della
notte, oppure ispirata alla notte, o ancora atta ad evocarla. Chopin
deve il suo successo proprio ai suoi splendidi ed ispirati Nocturnes;
egli era solito improvvisare notturni quando l'ora si faceva tarda, e
attorno a lui si raccoglievano gli amici più fedeli. Suonava
innanzitutto per se', riversando in pochi minuti di musica la più intima
necessità di esprimersi liricamente: per questa ragione i notturni, fra
tutti i generi da lui trattati, sono forse i brani che ci consegnano il
ritratto più fedele dell'uomo in quanto artista.
Fantasia-Improvviso Op. 66
Capolavoro fra i più celebri dell'intero catalogo chopiniano, fu
composto nel 1835, pubblicato solo nel 1855 con la rettifica dell'autore
che lo identificava come “Fantasia-Improvviso”. Questo omaggio amoroso a
Madame d'Este, si apre con un Allegro agitato intriso di romantici
entusiasmi, al quale segue un episodio più cantabile e poeticamente
contemplativo.
I Valzer
Tutti i Valzer di Chopin possiedono una musicalità radiante, alla
quale si mescola quasi sempre un profondo lirismo. Anche in questo caso
Frederic Chopin rappresenta un'apparizione senza eguali nell'universo
romantico: un'entità che sfugge a ogni definizione precisa (come l'acqua
che assume temporaneamente tutte le forme che la contengono senza che
nessuna possa dirsi veramente la sua). C'è infatti qualcosa di liquido
nella musica di Chopin, quasi muovesse da un mondo suo, da regole
fisiche autonome. Musica e basta, che di preferenza si serve di forme
libere da regole e tradizioni consolidate, adatte al momento in cui
nasce, all'emozione e al pensiero che la guidano. Chopin anche in questo
caso raggiunge risultati di originalità estrema. I valzer sono il
tributo chopiniano all'ambiente mondano di cui egli frequentava i
salotti; essi rappresentano un punto culminante nello sviluppo della
musica di danza, i fiori più raffinati di una musica colta da salotto,
mondana e piena di temperamento, distinta ed elegante. Non è tanto il
polacco che parla attraverso queste composizioni ardenti ed elegiaiche,
quanto Chopin uomo di mondo e parigino di adozione.